18 febbraio 2013

Leggere Roma


Castel Sant'Angelo. Foto di Mara Barbuni (2013)
Le mie passeggiate romane durante le vacanze di Carnevale (ah, il vantaggio di essere insegnanti!) mi hanno restituito il ricordo di tante piacevolissime letture legate alla città. Mi è sembrato di incontrare la Daisy Miller di Henry James tra i fasti di Piazza Navona; di udire i versi dell’imperatore Adriano (“Animula vagula blandula…”) sfuggire dalle pietre del suo mausoleo (Memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar); di imbattermi in John Keats e Percy Shelley sulla soglia della loro casa in Piazza di Spagna; di scorgere Andrea Sperelli (Il piacere, Gabriele D’Annunzio) fra le fronde del parco di Villa Borghese; di ascoltare le declamazioni di Marco Antonio (Giulio Cesare, Shakespeare) sulle tribune del foro. 
La cappella Chigi in Santa Maria del Popolo.
Foto di Mara Barbuni
Un’intera splendida giornata di sole è stata poi dedicata ad una camminata particolare, ispirata alla lettura di un best seller che, se di valore letterario non ha quasi nulla, è molto suggestivo proprio nella rappresentazione dei suoi luoghi. Si tratta di Angeli e demoni, romanzo di Dan Brown. Organizzare una passeggiata che ripercorra la frenetica corsa di Robert Langdon (che nel libro tenta di salvare la vita a dei cardinali papabili rapiti proprio alla vigilia del conclave) porta alla scoperta di veri e propri tesori, che possono rimanere sconosciuti a chi visiti Roma con l’intento del semplice turista. Se infatti Piazza San Pietro, il Pantheon e la Fontana dei Quattro Fiumi sono mete scontate, la contemplazione della Cappella Chigi di Raffaello (un capolavoro di simbologia) dentro Santa Maria del Popolo e la salita a Castel Sant’Angelo sono esperienze da non perdere, e che personalmente non avevo avuto l’occasione di fare nel corso delle mie visite precedenti. L’ascesa dalle grotte di epoca adrianea alle stanze papali con i solenni affreschi di Raffaello e ancora più su alla terrazza dell’Angelo di bronzo che rinfodera la spada è un percorso di progressione dalle tenebre alla luce che lascia senza fiato. 
Panorama dalla terrazza di Castel Sant'Angelo. Foto di Mara Barbuni 
Le merlature superiori aprono la vista all’intera distesa della città contornata dai profili delle azzurre alture distanti, e da lassù si riconoscono tutti i monumenti più caratteristici dell’Urbe: il Colosseo, l’Altare della Patria, la cupola del Pantheon, il Quirinale, e infine i contorni della Cupola di San Pietro. Guardando verso il basso, il Tevere scorre lento sotto le arcate del ponte sorvegliato dai giganteschi angeli di pietra del Bernini, e a destra si intravvede il celebre Passetto di Borgo, il camminamento rialzato che in tante occasioni servì ai pontefici per rifugiarsi in segreto e al sicuro tra le mura della fortezza (fu utilizzato ad esempio da papa Alessandro VI Borgia durante l’invasione delle truppe di Carlo VIII nel 1494 e da Clemente VII all’arrivo dei Lanzichenecchi nel 1527). 
La Fontana dei Quattro Fiumi (G.L. Bernini)
in Piazza Navona. Foto di Mara Barbuni
Un libro interessantissimo che, pur non essendo una guida, potrebbe accompagnare una visita un po’ originale alla capitale è I segreti del Vaticano di Corrado Augias. Il giornalista romano è una delle menti più argute e lucide del nostro tempo, e in questo volume s’inoltra nelle vicende più o meno edificanti dei protagonisti della storia vaticana. Si spazia dal Novecento del terrorismo e delle dittature al Duemila di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI; dalla Sistina di Michelangelo al Colonnato del Bernini; da Nerone all’Opus Dei. Un capitolo affascinante è dedicato alla storia dei Templari, che tanti pseudo-documentari televisivi hanno ridotto a una sciocca leggenda di sapore paranormale e che invece è stata un passo fenomenale e drammatico dell’esistenza della Chiesa. Assurti a mito, questi guerrieri crociati dalle immense ricchezze hanno guadagnato un posto di rilievo nella lunga tradizione epica cavalleresca che da Re Artù è arrivata fino ai nostri giorni (vedi Il Codice Da Vinci dello stesso furbissimo Dan Brown). I misteri legati agli immensi tesori dei Templari, ai loro riti mistici, alla loro tragica umiliazione e alla loro morte, ai segreti connessi a una supposta discendenza di Gesù, al Graal e a tutte le altre moltiplicate leggende che lo circondano, sono parte non piccola della storia dei papi e della cristianità. Un saggio veramente interessante per chi fosse affascinato da questo mito è Il Santo Graal. Una catena di misteri lunga duemila anni di Michael Baigent, Richard Leigh ed Henry Lincoln, disponibile in una bellissima edizione illustrata (Mondadori). Il volume è basato su ricerche piuttosto attente che partono dai misteri di Rennes-le-Chàteau in Provenza (altro luogo suggestivo a questo proposito, dove si dice approdò Maria Maddalena dopo la morte di Cristo sulla croce; da non perdere la chiesa di Saintes-Maries-de-la-Mer); ma com’è ovvio credere ai suoi esiti richiede una qualche sospensione del giudizio…. Perché come scrive lo stesso Augias, “il fascino romantico di storie come queste sta proprio nelle ombre di cui sono intessute, in cui nessuna luce potrà mai penetrare”.