27 agosto 2011

Stori(e) dell'arte

Durante il lunghissimo viaggio di ritorno dall'Inghilterra sono sprofondata nella lettura di un delizioso romanzo di Iain Pears, Il caso Raffaello, che apre una serie di sette libri, pubblicati tra il 1990 e il 2000, con protagonista Jonathan Argyll. Costui è un giovane inglese in trasferta in Italia, dottorando in storia dell'arte (destinato poi a diventare mercante d'arte), coinvolto in un caso di sparizione di un presunto quadro di Raffaello. Suoi compagni d'avventura in questa e nelle altre storie sono un generale della polizia e una sua collaboratrice, entrambi membri di un immaginario nucleo investigativo romano che si dedica proprio a contrastare il contrabbando di opere d'arte e la loro illegittima fuoriuscita dall'Italia. La storia è molto ben scritta, vivace, intrigante, e densa di quella accurata competenza artistica propria dello scrittore (che infatti è uno storico dell'arte). Stamattina ho concluso il secondo romanzo del ciclo, Il comitato Tiziano, ambientato in una Venezia autunnale piovosa e tormentata dall'acqua alta, mentre ho appena cominciato Il busto del Bernini, il cui setting iniziale è Los Angeles. Ma considerati gli altri due racconti, credo proprio che l'Italia non sia troppo lontana.... 

23 agosto 2011

Londra - diario di viaggio

Aveva ragione Kafka a pensare che o si vive o si scrive. I quattro giorni trascorsi a Londra sono stati così infervorati che non è stato possibile neanche ricordare di aggiornare questo blog. Ma ora che siamo di nuovo on the road, e c'è di nuovo la Francia ad occupare tutti e quattro i punti cardinali, posso tornare con calma ai ricordi della capitale, e rigodere nella memoria della sua bellezza con tutta l'intensità che l'immaginazione umana è in grado di risvegliare (come scriveva Wordsworth nella sua The Solitary Reaper).
Più che essere paragonata ad un libro da leggere e sfogliare, Londra è una biblioteca. Ci sono le sue plaques azzurro scuro, che sparse sui suoi muri recano testimonianza del passaggio dei grandi della letteratura (una app molto carina e utile se si vuole pianificare un tour si chiama appunto "Blue Plaques" e le elenca tutte, sia dentro che fuori la città). Westminster Abbey porta la traccia della loro fine terrena, a beneficio dell'imperitura fama dei loro scritti. Nel cortile intorno alla cattedrale di San Paolo, St. Paul's Churchyard, si respira ancora il fermento politico e intellettuale del decennio finale del XVIII secolo. Lungo Fleet Street sembra di vedere Dickens correre trafelato a consegnare le bozze di un nuovo numero dei suoi romanzi a puntate. I meandri scuri del grande fiume riportano alla mente le vicende al limite del tragico di uno dei suoi libri migliori, Il nostro comune amico. I giardini di Kensington riecheggiano ancora degli strilli dei bimbi sperduti riuniti insieme alle fate alla base della statua dedicata a Peter Pan. E altre migliaia di storie, di scrittura e di vita, si intrecciano fra le strade, i parchi e i palazzi, e lungo i corridoi degli immensi musei e delle gallerie d'arte che si moltiplicano ad ogni orizzonte della città. 
E poi c'è un luogo magico, The Shakespeare's Globe, che nonostante sia una riproduzione del mitico teatro andato a fuoco nel XVII secolo, ricalca la fascinazione dell'epoca in cui il Bardo in persona scriveva per questo palcoscenico, e gli attori ne declamavano i pentametri in una "O" (così si definisce il teatro - o il mondo? - nel prologo di Henry V) straripata di popolo, che per un penny poteva assistere, con gran clamore, alle imprese degli eroi dell'antica Roma, della storia britannica, delle novelle italiane, delle fiabe. La ricostruzione del Globe, opera di un ammiratore americano che ha saputo raccogliere fondi in tutto il mondo per la realizzazione di un ideale incomparabile, è basata sulle descrizioni più vivide del tempo, e rispetta le usanze del suo eccelso archetipo: le rappresentazioni si svolgono, come allora, alle 14, e il loro costo, intorno ai 5£, recupera l'intenzione di fare del teatro uno spettacolo democratico, capace di soddisfare l'emozione e la partecipazione di tutti gli amanti di Shakespeare, di Christopher Marlowe (che avrebbe forse potuto emularlo se non fosse stato assassinato tanto giovane), e in generale della vera e ineguagliabile età d'oro del play.

17 agosto 2011

Donne che scrissero in Cornovaglia

E poi c'è stata la rivelazione Fowey. La piccola città affacciata sul mare dove Daphne du Maurier si è ritirata per scrivere è un gioiello di perfezione pittoresca per le sue stradine sinuose, i negozi dalle facciate multicolori, il castello di St. Catherine che dalla sommità di un promontorio boscoso guarda benevolo alla spiaggia. Tra le infinite vetrine del paese molte sono dedicate ai libri, e il Du Maurier Literary Centre è di certo la più importante. Il mio souvenir è stata una raccolta di racconti intitolata The Doll come il primo della collezione, una storia gotica che si ritiene essere il primo esperimento letterario dell'autrice, scoperta solo di recente.
In queste sere trascorse nel cottage, nei minuti che precedono un sonno profondo e tranquillo, conciliato dal silenzio assoluto della brughiera, sto leggendo invece Coming Home di Rosamunde Pilcher, che cita moltissimi dei luoghi che sto visitando (Penzance, Truro, Falmouth, Bodmin, Newlyn, ...).

La scrittrice infatti è vissuta a lungo a St. Ives, villaggio di pescatori e soggetto di tanti capolavori di artisti, con le spiagge d'oro e le acque di giada: nelle sue storie Pilcher lo ha chiamato Porthkerris e lo ha trasformato in un crocevia di tanti intrecci romantici. Ma le descrizioni geografiche della Cornovaglia sono l'aspetto più riuscito delle sue narrazioni: ed è bello leggere le sue pagine e sentire gli stessi suoni del mare, vedere la stessa luce azzurra, percorrere le stesse campagne, ascoltare lo stesso vento, rimirare le stesse nubi.

16 agosto 2011

Di miti e d'altri racconti

La forza evocativa narrativa della Cornovaglia è percepibile in ogni curva delle sue strade, in ogni baia, in ogni anfratto. Basti pensare che questo è il luogo di principio e di fine del più indimenticato protagonista della mitologia britannica, quel King Arthur che da figura storica di strenuo combattente contro l'invasione dei Sassoni (molto interessante, a questo proposito, il ciclo di romanzi di Bernard Cromwell) si è trasformato in un vero e proprio eroe dall'aura redentrice. Secondo la leggenda al castello di Tintagel, le cui rovine abbiamo visitato a nord della regione la scorsa domenica, Artù fu concepito da re Uther e dalla regina Igraine e poi cresciuto dal wizard di nome Merlino che abitava in una grotta (anche questa visitabile) presso la spiaggia. E dopo tutte le sue vicende e vicissitudini, gli amori con Ginevra e Morgana, il rapporto contrastato con l'amico Lancelot, la Tavola Rotonda (che si può vedere a Winchester), l'utopia di Camelot e l'inizio di quelle avventure che hanno generato il filone narrativo dedicato alla ricerca del Santo Graal (che anche nel XXI secolo costituisce il motif di straordinari best seller), Artù ha gettato la sua magica spada Excalibur proprio nel lago vicino al cottage dal quale sto scrivendo, e su una barca solitaria è stato trasportato, ferito a morte, verso Avalon, il wahlalla degli eroi. Da lì non è mai tornato: e se una scuola di pensiero vuole i suoi resti sepolti sotto la cattedrale di Gloucester, un'altra corrente immagina che egli stia solo attendendo il momento di ritornare alla vita terrena per liberare da ogni male e per sempre la sua Britannia. E come scriveva un librino illustrato che mi donò la mia maestra delle scuole elementari, la sagoma del grande re in groppa al suo destriero con la spada sguainata è talvolta ancora ritrovabile nella forma delle nuvole.

14 agosto 2011

Nel cuore della brughiera

Ieri sera abbiamo cenato in una locanda risalente all'undicesimo secolo, la Old Inn di St. Breward, nel cuore della Bodmin Moorland. Per raggiungerla è stato necessario percorrere una decina di miglia delle stradettine anguste e tortuose che s'intarsiano nella brughiera come fili in un cuscino: popolate di mucche, pecore, cavalli e lepri, ci hanno condotti lungo immense distese d'erica (heather) e di folto terriccio morbido e acquitrinoso (boggy). Il ritorno al cottage si è svolto alla sola luce dei fari della macchina, perché la luna piena si celava e si disvelava velocemente dietro le nuvole alte; e in quel buio animo della campagna ho ripensato ai grandi racconti inglesi che della brughiera hanno fatto non solo un setting, ma quasi una ragione d'essere. Ho pensato alle storie gotiche di Daphne du Maurier (Rebecca, Jamaica Inn), che da queste parti è vissuta a lungo; al Mastino dei Baskerville di Conan Doyle, ambientato proprio qui; e soprattutto alle Cime Tempestose di Emily Brontë, alla disperazione di Catherine che vaga sotto le tempeste prima da creatura viva, e poi da fantasma, alimentando il folle amore implacabile di Heathcliff con alte grida e gelide lacrime, per l'eternità.

12 agosto 2011

The South West

Ore 12. Appena riemersi dal Chunnel e superato il solito ingorgo che perimetra la città di Londra abbiamo preso la direzione del South West, quella regione dell'Inghilterra che si distingue per la dolcezza delle colline, il fluire dei campi imbionditi, i boschetti dal verde cupo che si stagliano contro le nuvole perlate di un cielo basso e fresco. Sono i segni di quel Sud tanto ben descritto in North and South di Elizabeth Gaskell, di quella vastità ondulata che dal Sussex arriva fino al Devonshire - e sembra di ripercorrere le tracce della carrozza che in Sense and Sensibility di Jane Austen allontana le sorelle Dashwood dalla casa della loro giovinezza per condurle verso una nuova vita.

....
Ore 15.50. Entriamo in Cornovaglia!

Passage to England

11 agosto, ore 14. Nelle prossime due settimane questo blog risponderà più precisamente alla sua definizione di diario, poiché riporterà le tappe del mio a lungo atteso viaggio in Inghilterra. Così facendo non tradirà tuttavia la sua natura di raccoglitore di idee letterarie, giacché ogni viaggio è di per se stesso un racconto, e ogni tragitto somiglia alla successione delle pagine di un libro, molto spesso ricco di splendide immagini, e anche di suggestioni e di richiami ad altre forme, più classiche, di narrativa. Mentre scrivo - ma il post avrà la data di domani perché lo pubblicherò dall'Inghilterra - ci stiamo inoltrando sempre più profondamente nella campagna francese del nord: una lunga immutevole sequela di campi arati e di ordinati raccolti sotto un cielo via via più cinerino, come si confa' al retaggio storico di questa regione. Attraversando questi departments non posso che rievocare le scene delle battaglie della Grande Guerra, allorché i pensieri dei soldati sfiniti nelle trincee contrapposte si levavano a questo stesso cielo biancastro, intonando rade speranze, memorie, e qualche volta persino brani di poesie.


Ore 17.30. Il cielo s'é aperto, e un'aria azzurra brilla sulle sterminate chiome dei campi, d'ambra e d'oro come le trecce della Marianna. Stiamo percorrendo la Route des Anglaise, che tanti autori britannici hanno solcato all'inizio dei loro viaggi sul Continente...
.....
Ore 19.10. Ci siamo lasciati alle spalle il bivio e il segnale stradale che indicava Dunkerque. Un grande nome, una grande tragedia, un grandissimo romanzo: Atonement (Espiazione) di Ian McEwan.


5 agosto 2011

I booktrailer

Negli ultimi post ho fatto riferimento ai piani di marketing che oggigiorno accompagnano l'uscita e sostengono la pubblicità per un nuovo libro. Le copertine sono estremamente curate, sul piatto spiccano brani delle recensioni più entusiaste, e le sinossi infilano poche ma argute parole che riescono a convincere il lettore a portare quel volume alla cassa, oppure a tornare in fretta a casa e scaricarlo dalla rete per farlo riapparire sul suo e-reader. Esiste però una nuova (o almeno io l'ho scoperta solo di recente, e solo per pochi dei libri che leggo) strategia di promozione commerciale che si basa tutta sull'avidità di immagini e di suoni di cui la nostra società è pervasa, e che si chiama booktrailer. Un filmato, cioè, di una manciata di minuti, in cui una musica in sottofondo, delle diapositive sfumate l'una nell'altra, talvolta delle voci lontane, o passaggi di un'intervista agli autori evocano la percezione che nel libro sia racchiusa una storia imperdibile, piena di atmosfera, fatta di personaggi vivi e visibili, come in un film. E' difficile, dopo aver visto uno di questi trailer, trattenersi dal procurarsi il romanzo. Alcuni fra i più belli in cui mi sono imbattuta - in inglese e in italiano - li elenco qui sotto (i link portano tutti a youtube). E meritano davvero di essere visti! 
Kate Morton, Il giardino dei segreti, http://www.youtube.com/watch?v=HXkXoSWYzlk
Kate Morton, The Distant Hours, http://www.youtube.com/watch?v=dx_reWOhYx0 oppure
Sarah Blake, The Postmistress, http://www.youtube.com/watch?v=1KdP_zEDMY8
Jamie Ford, Il gusto proibito dello zenzerohttp://www.youtube.com/watch?v=VXSWekEaqKI
Clara Sanchez, Il profumo delle foglie di limonehttp://www.youtube.com/watch?v=VtNO5xG0eL4&feature=related


2 agosto 2011

It all started with a letter...

Una lettera nascosta, o rimasta chiusa, dimenticata, ingiallita, perduta per anni negli ingranaggi del tempo è sempre lo spunto per una buona storia. Poche righe vergate nel cuore di una busta spalancano le porte dell'immaginazione, poiché risvegliano infinite congetture sul mittente, sul destinatario, persino su un possibile sottotesto; e anche la qualità e il peso della carta, l'accuratezza della grafia, la tenacia dell'inchiostro possono raccontare un intero mondo. Chi ha spedito quella lettera? A chi è rivolta? Perché è stata scritta? Qual era lo stato d'animo dello scrivente mentre la stendeva? Si è poi pentito di averla inviata? Si è emozionato, arrabbiato, commosso sopra quelle parole? Una lettera narra del legno dello scrittoio, della penombra di una stanza, dei rumori della casa o del prato, della pioggia caduta, delle notizie alla radio, del presente e del passato degli esseri umani. Per questa ragione è il movente perfetto per una narrazione. 
In The Postmistress (tradotto in L'ultima lettera, Sarah Blake), che sto leggendo in questi giorni e di cui ho parlato nel post precedente, una lettera mai consegnata è il fulcro della storia; ma anche The Distant Hours di Kate Morton (Una lontana follia) prende le mosse da una lettera, arrivata alla sua destinataria con decenni di ritardo; la magnifica tragedia di Atonement (Espiazione, Ian McEwan) si innesta dalla sventurata lettera di Robbie a Cecilia intercettata dalla sorellina di lei, Briony. The Aspern Papers (Il carteggio Aspern) di Henry James gira tutto intorno alle carte, appunto, del poeta morto; e in generale tantissimi racconti del mistero, e non necessariamente detective stories, hanno per principio, o per culmine, o per catarsi, un pugno di parole scritte a mano o a macchina su un foglio di carta. 
Perché le parole scritte, come dice il proverbio, manent; e come tali rimangono indelebili e indimenticabili, serie testimoni di eventi e di emozioni che meritano sempre di diventare il soggetto di un racconto.


1 agosto 2011

The Postmistress

La settimana scorsa ho notato, nella sezione dei romanzi in lingua della libreria Feltrinelli, The Postmistress di Sarah Blake. Come spesso accade, sono stata dapprima attratta dalla copertina - a dimostrazione che gli accessori visivi di un testo scritto sono cronologicamente predominanti rispetto alla scrittura stessa, e che quindi anche la letteratura è oggi più che mai un'espressione di marketing - e poi dal piatto inferiore, che mi ha persuasa che non potevo fare a meno di leggere questa storia. 
Anche questo racconto, come tanti altri fra quelle che amo di più, sboccia dalla presenza - o dall'assenza, in questo caso - di una lettera. Una lettera perduta che sembra svolare leggera nell'aria acre delle bombe di Londra, che affronta i venti oceanici, che approda nei cieli limpidi di un'America ancora intatta dalla guerra... e che non raggiunge il suo destinatario. Le atmosfere risvegliate da questo romanzo, opera prima della statunitense Sarah Blake, sono quelle del rimpianto e dell'amore osteggiato dal destino, che sullo sfondo del secondo conflitto mondiale danno luogo ad un intensissimo paesaggio geografico ed emozionale. Anche il booktrailer, che si può vedere su http://www.youtube.com/watch?v=DJXMMqQdeuM, incoraggia sensazioni di struggimento e di segretezza, e induce noi, lettori che adorano le storie di messaggi fatali e di vite trascorse appassionatamente dietro le quinte della guerra, ad annoverare anche questo tra i romanzi che non possono mancare tra le serrate fila delle nostre biblioteche.