1 ottobre 2011

Gentlemen by Jane Austen

La letteratura di Jane Austen, così attenta alle espressioni del femminile, è anche e soprattutto uno studio dei rapporti delle donne con i coprotagonisti della loro realtà quotidiana, gli uomini. In ognuno dei romanzi si trova il contraltare alla donna che è il movente dell'intreccio, un uomo nei confronti del quale la protagonista si pone in termini (generalmente) di amore, (spesso) di inganno, (sempre) di denaro. 
Il denaro è l'aspetto senza dubbio predominante della narrativa austeniana. Le sorelle Bennet (Orgoglio e pregiudizio) e le sorelle Dashwood (Ragione e sentimento) rischiano seriamente lo stato di spinsterhood (zitellaggine...) a causa della mancanza di una dote adeguata: Marianne viene abbandonata dal suo amatissimo Willoughby, che le preferisce una Miss Grey e le sue cinquantamila sterline, e Elinor viene proditoriamente allontanata da Edward Ferrars perché la sorella di quest'ultimo teme che egli possa commettere l'errore di sposare una donna senza alcuna sostanza. Verso la fine di Pride and Prejudice, Elizabeth dichiara, non del tutto scherzosamente, di aver cominciato ad amare Darcy dopo aver visto la magnificenza della sua casa, Pemberley. E in effetti la signora Bennet passa le giornate ad esortare le figlie al matrimonio, poiché questa è l'unica soluzione ad una sicura povertà: e l'arrivo di Mr Bingley (con le sue 5000 sterline l'anno!) a Netherfield accende tutte le sue più vive speranze; d'altronde, "It is a truth universally acknowledged that a single man in possession of a good fortune must be in want of a wife".
R. Penry-Jones - Wentworth, 2007
Bingley è sicuramente uno degli uomini più semplici creati da Jane Austen. Di buon cuore, sempre allegro, privo di affettazione, è la giusta altra metà per Jane Bennet, anche lei amabile e incapace di concepire il male. Mr Knightley (Emma) è l'uomo più giusto, saggio e desiderabile del mondo, e il capitano Frederick Wentworth (Persuasion), con quel cipiglio di residua delusione che tradisce la costanza del sentimento, è dotato di un fascino fuori dal comune.
Figure come Mr Woodhouse (il padre di Emma), Sir Walter Elliot (il padre di Anne in Persuasion), il reverendo Collins (Pride and Prejudice) o Henry Crawford (Mansfield Park) sono totalmente negativi, contraddistinti dalla vanità, dall'egoismo, dal viscido opportunismo o da una certa incontenibile lussuria.
M. McFayden - Darcy, 2005
Wickham, il seduttore di Lydia Bennet (e prima ancora - quasi - di Georgiana Darcy), è il villain per eccellenza, ma il suo aspetto è quanto di più attraente e simpatico si possa immaginare. Gli altri personaggi maschili sono poi straordinariamente complessi, scissi tra moti di lealtà e ombre oscure del carattere. Darcy è, naturalmente, l'"uomo" austeniano per eccellenza; seppur incrinata dal pregiudizio (suo per gli altri e degli altri per lui), che lo rende talvolta odioso e sgradevole, la sua personalità si rivela impregnata di una dignità eccezionale, di bontà e di una generosità ineguagliate. Ma nemmeno Willoughby, colui che tanto dolore causa a Marianne Dashwood, è scevro di accenni di tenerezza, che alla fine del romanzo ci fanno quasi provare pena per lui -
Greg Wise - Willoughby, 1995
quando Elinor lo incontra per l'ultima volta, e lui è già sposato, "Willoughby, lui, che solo mezzora prima aveva aborrito come il più indegno degli uomini, Willoughby, nonostante tutte le sue colpe, le suscitava un tale senso di commiserazione per le sofferenze che esse avevano prodotto, che la facevano pensare a lui, ormai separato per sempre dalla sua famiglia, con una tenerezza, un rammarico, proporzionati, come presto riconobbe dentro di sé, più ai suoi desideri che ai suoi meriti": insomma, Willoughby l'avrebbe sposata, Marianne, se non fosse stato per il denaro.

J.L. Miller - Edmund Bertram, 1999
Edmund Bertram, infine, l'(anti)eroe di Mansfield Park, è un personaggio, date la sua ricchezza caratteriale e la sua contradditorietà, quasi novecentesco. Votato alla morale, è un uomo che sembra ambire all'immacolatezza (sostenuto in questo anche dalla cugina Fanny); eppure c'è una vena di tenebra dentro di lui, un groviglio di sensazioni che lo fanno innamorare della maliarda Mary Crawford e che gli risvegliano istinti tormentosi. Egli, tuttavia, rifugge dall'azione; anche quando gli eventi si rovesciano catastrofici sulla sua famiglia la sua reazione è più mesta che convinta, e la sua scelta di sposare, infine, la pudica Fanny non sembra altro che una soluzione per placare la sua coscienza.