17 agosto 2011

Donne che scrissero in Cornovaglia

E poi c'è stata la rivelazione Fowey. La piccola città affacciata sul mare dove Daphne du Maurier si è ritirata per scrivere è un gioiello di perfezione pittoresca per le sue stradine sinuose, i negozi dalle facciate multicolori, il castello di St. Catherine che dalla sommità di un promontorio boscoso guarda benevolo alla spiaggia. Tra le infinite vetrine del paese molte sono dedicate ai libri, e il Du Maurier Literary Centre è di certo la più importante. Il mio souvenir è stata una raccolta di racconti intitolata The Doll come il primo della collezione, una storia gotica che si ritiene essere il primo esperimento letterario dell'autrice, scoperta solo di recente.
In queste sere trascorse nel cottage, nei minuti che precedono un sonno profondo e tranquillo, conciliato dal silenzio assoluto della brughiera, sto leggendo invece Coming Home di Rosamunde Pilcher, che cita moltissimi dei luoghi che sto visitando (Penzance, Truro, Falmouth, Bodmin, Newlyn, ...).

La scrittrice infatti è vissuta a lungo a St. Ives, villaggio di pescatori e soggetto di tanti capolavori di artisti, con le spiagge d'oro e le acque di giada: nelle sue storie Pilcher lo ha chiamato Porthkerris e lo ha trasformato in un crocevia di tanti intrecci romantici. Ma le descrizioni geografiche della Cornovaglia sono l'aspetto più riuscito delle sue narrazioni: ed è bello leggere le sue pagine e sentire gli stessi suoni del mare, vedere la stessa luce azzurra, percorrere le stesse campagne, ascoltare lo stesso vento, rimirare le stesse nubi.