9 aprile 2012

La buona società


È un po' di tempo che non aggiorno il blog, perché sono reduce (sconfitta) da una lettura faticosa. Con qualche rammarico ho infatti deciso di lasciare La buona società di Amor Towles, un libro che desideravo da tempo leggere ma che non sono riuscita a terminare. È la storia di una ragazza che cerca di farsi strada nella New York post-Depressione (gli anni della costruzione dell'Empire State Building), incontrando svariati personaggi e macinando chilometri di esperienze tra locali dove si suona il jazz, la redazione di una rivista prestigiosa, ristoranti di lusso, Bentley pagate da altri, cartoline spedite da luoghi favolosi e da vacanze altrui. La scrittura è buona, ma la narrazione molto episodica non mi pare fluire facilmente; sembra quasi di entrare in una galleria di fotografie e di soffermarsi più o meno a lungo davanti a singoli ritratti, così come accade alla protagonista all'inizio del romanzo, prima che comincino i suoi ricordi. Il libro è e ambisce ad una rappresentazione dell'epoca, e ci riesce bene: prima di abbandonarlo, però, ho colto una certa stanchezza della narrazione, come se si fosse perso di vista il traguardo finale. Mi spiace non averlo concluso, perché sono affascinata dagli anni Trenta e da quel misterioso contrasto tra un'America che si stava riavendo dalla catastrofe e un'Europa che ci stava precipitando. Forse la lettura in inglese ha richiesto più tempo del previsto e ha perso di leggerezza; riproverò tra qualche tempo, magari nella versione italiana, se riuscirò a procurarmela. Non ho intenzione di trascurare quest'opera, definita tra i migliori libri del 2011!