14 febbraio 2012

Innamorati... nella lettura

Foto di Mara Barbuni
In un giorno come questo non può mancare un post dedicato alle parole d'amore. Scorrendo con gli occhi la mia libreria mi accorgo che nella maggior parte delle storie l'aspetto della passione amorosa gioca una parte vitale ai fini dello svolgimento dell'intreccio. E' difficile trovare, sui miei scaffali o nel mio Kindle, dei veri e propri romanzi "rosa", ma la grande letteratura, così come la narrativa storica, i mystery (che io amo così tanto), e in generale tutti i libri che vale la pena di leggere - perché ambiscono a raccontare i colori della natura umana - non riescono a trascurare l'intensità dell'innamoramento, e si abbandonano alla sua rappresentazione. Fra tutti le centinaia di possibili libri che potrei citare qui scelgo storie in cui l'amore sia raccontato nella sua forza più travolgente ed estrema, come un sentimento che assume la forma perturbante del ribaltamento della morale comune, della perdita della logica, dell'incongruità del possesso, dell'ossessione, e infine della follia. 
Il romanzo ottocentesco è ricco di questi tipi di amore tormentoso. Cime tempestose ne è senz'altro l'esempio più evidente: quando Catherine rivela si confida con Nelly, i suoi sentimenti sono struggenti e debordanti ed ella li esprime con queste parole: 
"Le mie grandi sofferenze in questo mondo sono state quelle di Heathcliff, e le ho viste e vissute tutte fin dal principio; il mio pensiero principale nella vita è lui. Se tutto il resto morisse, e lui rimanesse, io continuerei ad esistere; e se tutto il resto continuasse ad esistere e lui fosse annientato, l'universo si trasformerebbe in un completo estraneo: non ne sembrei parte. – Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l'inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne che stanno sotto quegli alberi: una fonte di piacere ben poco visibile, ma necessaria. Nelly, io SONO Heathcliff! Lui è sempre sempre, sempre nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo sia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più di separazione: non è possibile."
Ma anche La donna del tenente francese di John Fowles, seppur pubblicato nel 1969, effonde una passionalità non contemporanea in quel suo sublime ritratto di amore muliebre che, così compreso in se stesso a causa di una forzata solitudine, sfida le convenzioni e il pregiudizio e straripa nell'alienazione. Ho già parlato di questo libro, insieme ad altri che narrano di donne che sfogano la propria passione a cospetto del mare, nel post "Il mare fra le pagine".  
Simile a Sarah Woodruff è la protagonista del più recente romanzo di Kate Morton, The Distant Hours (in italiano Una lontana follia): Juniper Blythe ha vissuto un amore impetuoso e quando questo si è interrotto - a causa della guerra, che come in Espiazione di McEwan viene narrata nella sua tragicità anche privata - il suo cuore si è messo in attesa. L'attesa è penosa, e sempre più disperata; quando è chiaro che Thomas non arriverà mai, l'anima di Juniper si ferma, e mentre il tempo non si risparmia sui suoi capelli, sulla sua pelle e sul suo corpo, i ricordi generano dentro di lei una folle sensazione di gioventù, che prolunga all'infinito la pena di quell'aspettativa irrisolta. E' in questo stato di schizofrenia che l'io narrante, Edie Burchill, incontra la vecchia amica di sua madre; e scavando fra le voci nascoste e i fantasmi di Milderhust Castle riporterà alla luce la veemenza di un sentimento intimo che la storia e il destino non hanno voluto tramutare in gioia.