26 dicembre 2016

Di libri, di Natale e di Ottocento

Cari lettori di Ipsa Legit, spero stiate trascorrendo belle giornate di festa e che, come avviene per tradizione in Islanda, possiate approfittarne per dedicarvi in tutta calma alle vostre letture! 
La coincidenza tra il periodo delle strenne e l'idea del libro mi fa sempre pensare a quanto, lungo l'intera storia dell'editoria "di massa" fino a oggi, persino la lettura abbia corso e corra il rischio di diventare oggetto di una fruizione rapidissima e distratta. I libri si pubblicano, si comprano, si ammassano e si leggono voracemente, come se si fosse impegnati in una competizione a chi accumula più titoli: ma è davvero questo lo scopo del leggere? Negli ultimi tempi io ho deciso di limitare la quantità e di privilegiare esclusivamente la qualità dei libri che mi fanno compagnia: mi lascio guidare dal mio gusto personale e da quello di un gruppetto ristretto di persone fidate; chiudo le newsletter pubblicitarie delle case editrici e i vari gruppi di lettura virtuali; mi affido ai cataloghi bibliotecari; seleziono un volume solo dopo aver considerato attentamente la trama, la storia dell'autore e le intenzioni dell'editore e dopo aver letto qualche pagina iniziale, e metto a tacere le mille voci e le mille luci che baluginano come specchietti per le allodole dalle vetrine delle librerie (reali o virtuali). Seguendo questo "metodo" sono riuscita a scoprire e a leggere, negli ultimi due anni, dei libri indimenticabili, dei veri grandi libri, di cui voglio riportare un breve bilancio: 
- Kate Atkinson, Un dio in rovina
- Rachel Field, Tempo immemorabile
- Mary Ann Shaeffer, La società letteraria di Guernsey
- Penelope Lively, Amori imprevisti di un rispettabile biografo
- Simon Mawer, La casa di vetro
- Edith Wharton, La casa della gioia
- Angela du Maurier, Treveryan
- Edmund de Waal, Un'eredità di avorio e ambra
- Ernest Hemingway, Festa mobile
Anche nell'ambito dei classici ottocenteschi (sapete della mia intensa passione per la letteratura vittoriana...) ho deciso di resistere alla furiosa moltiplicazione delle pubblicazioni e di tracciare confini piuttosto netti, con il solo scopo di poter concentrare il mio tempo e la mia attenzione su una manciata di opere di valore superiore, che hanno tanto da insegnare e da dare, e che meritano una lettura profonda, silenziosa, ragionata ed esplorata. Noto che l'Ottocento letterario inglese è spesso vittima di semplificazioni, di riduzione a un'antologia di icone bidimensionali, di punti di vista stereotipati che annullano la sua identità complessa, multiforme, quasi inafferrabile: quando si legge un'opera di letteratura, invece, è necessario svestirsi delle sovrastrutture imposte dalla massificazione del libro ed entrare a capofitto nel testo, sviscerando ogni singola frase, interrogandosi sulle parole e sulla struttura del racconto, alla ricerca degli strati dei significati che rendono l'oggetto che teniamo in mano una vera estrinsecazione dell'umanità, e una parte di noi stessi.
L'augurio che ci rivolgo per queste feste e per il prossimo anno è dunque proprio quello di scoprire l'immensità dell'alta narrativa e della poesia, immergendoci nel silenzio delle nostre poltrone e nella luce della nostra mente di lettori, e disposti a lasciarci cambiare - in meglio - dalle pagine che giriamo, l'una dopo l'altra, in una ricerca personale e culturale piena di fascino. 
La speranza, naturalmente, è che Ipsa Legit possa essere anche per voi un angolo quieto nel quale rifugiarvi per dedicarvi alle vostre ricerche e alle vostre avventure letterarie :) A presto!