26 maggio 2012

Marvel-lous Jane Austen!

Incredibile ma vero. Cosa c'è di più lontano di due realtà artistiche come la letteratura di Jane Austen (balli, ironia sottile, squisita femminilità, scene di silenziosa campagna inglese) e i fumetti di Marvel (Wolverine, gli X-Men, l'Uomo Ragno)? Si potrebbe pensare che gli amanti dell'una non si avvicinerebbero mai a un prodotto dell'altro... Invece a me è accaduto. Non sono mai stata una lettrice di fumetti, ma questa settimana il postino ha recapitato nella mia cassetta un graphic novel il cui titolo è... Pride and Prejudice. Ripeto: incredibile ma vero. Eccone la copertina: 
Le immagini di questo post sono mie
fotografie del fumetto originale

Ebbene, Marvel, (epico) creatore ed editore di storie a fumetti, ha iniziato nel 2009 ad occuparsi di Jane Austen, affidando alla penna di Nancy Butler e alla matita di diversi disegnatori l'impresa della reinterpretazione del capolavoro austeniano Orgoglio e pregiudizio in forma di comic strips. La storia è uscita in quell'anno in cinque numeri ad appuntamento mensile, per poi essere raccolta in un volume unico a copertina rigida (quello che ora fa bella mostra di sé sulla mia libreria). 
Per una come me, i cui interessi sono radicati nel passato ma che non disdegna l'innovazione e il progresso, convinta che per farlo amare, quel passato, è necessario "rivestirlo" di futuro, questo prodotto è una bellissima scoperta. Sono un'insegnante di inglese alle scuole superiori, e aprendo il volume ho subito pensato che questo fumetto potrebbe essere proposto agli studenti come esercizio linguistico nonché come primo (necessario, ma non sufficiente!) assaggio dell'unicità delle opere di Austen. Persino i ragazzi e le ragazze meno interessati alla letteratura lo potrebbero apprezzare! Se la scuola non fosse agli sgoccioli, potrei anche fare un esperimento...


Ho scoperto l'esistenza dell'opera di Marvel, che nel 2010 ha prodotto anche Sense and Sensibility e nel 2011 Emma, grazie a uno dei blog che seguo più di frequente, Un tè con Jane Austen. La brava ed esperta blogger ha sottolineato diverse incongruenze stilistiche tra il fumetto e l'opera di Austen - incrinature che effettivamente molti/e Janeite potranno trovare poco adeguate... 
Tuttavia questo esperimento di narrativa fusion mi ha entusiasmata, e non vedo l'ora di avere a disposizione un pomeriggio del tutto disimpegnato (non ci starebbe male un po' d'aria fresca e una tazza di tè) per potermelo leggere dalla prima all'ultima striscia.

12 maggio 2012

Al Salone del Libro

Cari lettori, oggi per la prima volta sono stata al Salone del Libro di Torino. Il tema di questa 25^ edizione, la "Primavera Digitale", dedicata al recente ingresso della tecnologia nel mondo dell'editoria e della lettura, non poteva lasciarmi indifferente!
Sono una Kindleana (!) convinta da più di un anno, e sebbene anch'io, come tanti detrattori degli e-reader, ami tenere fra le mani un libro di carta, annusare le parole fra le pagine, rimirare quelle opere d'arte che a volte sono le copertine, trovo che il fascino della lettura digitale sia impareggiabile. Il peso scarsissimo, la comodità di tenere in mano una biblioteca intera, il comfort indescrivibile per i nostro occhi in qualsiasi condizione atmosferica sono vantaggi ai quali non saprei più rinunciare. Per la prima volta anche il Salone ha voluto aprire le porte alla rivoluzione, ed erano decine e decine i visitatori assembrati intorno allo stand di Amazon.

Il Salone mi ha stupito per la sua grandezza, per la varietà degli editori partecipanti e per la dimostrazione che gli italiani che amano i libri sono più di quanti ci immagineremmo. Mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca la scarsità degli sconti/promozioni, a testimonianza del fatto che l'editoria italiana è in forte crisi e probabilmente non è disposta a rinunciare a pochi euro nemmeno a beneficio dei suoi appassionati utenti... Forse una politica più aperta gioverebbe di più anche agli editori stessi. L'unico stand veramente conveniente (e infatti affollatissimo!) è stato quello del Libraccio, dove una immensa scaffalatura offriva grandi titoli - talvolta usati, talvolta remainders, al 50%. Ho trovato due libri in offerta che aspettavo da tempo di poter comprare, e che sono stati il coronamento di una visita bellissima! Sono Romancing Miss Brontë e La torre dei sussurri. Non vedo l'ora di leggerli per poi poterveli raccontare!


9 maggio 2012

Michael Ondaatje, "Divisadero"

Il recensore letterario del Guardian ha definito Divisadero di Michael Ondaatje "profondamente romantico", e io sono nel mezzo di un capitolo cui nessun altro aggettivo potrebbe rendere merito. Il romanzo, pubblicato nel 2007, è intimamente soffuso di romanticismo, e non già perché parli d'amore, ma piuttosto perché le parole evocano immagini e suoni, in un dialogo costante tra il tempo presente e il tempo dei ricordi. L'autore scrive, nel momento in cui Anna incontra Rafael, "[...] now it was as if everything she had heard was being replayed in her memory, recalled differently"; sembra di sentire una citazione da Wordsworth (non dobbiamo dimenticare che la carriera di Ondaatje sgorgò dalla poesia), nella chiusa di The Solitary Reaper ("The music in my heart I bore/ Long after it was heard no more"). 
Un'altra qualità squisitamente romantica di questo libro è la sua capacità immaginifica. La proprietà della creazione di immagini era il modo in cui Coleridge interpretava la facoltà cognitiva della imagination - un concetto basilare per la sua (basti pensare a Kubla Khan) e per tutta la poesia romantica. Il capitolo di Divisadero che sto leggendo oggi, denso di malinconia e dolore e amore e solitudine, ha saputo evocare davanti ai miei occhi immagini fortemente dettagliate. I protagonisti sono appunto Anna, una giovane californiana che dopo una grave vicenda familiare si è ritirata da eremita in un angolo sperduto della Francia, a curare la redazione delle poesie di uno scrittore morto, e Rafael, una sorta di gitano che lei conosce dapprima per mezzo della sua musica, poi nell'intuizione improvvisa delle sue mani ("his hands had been bitten by insects, were scarred. [...] it was the hands that were too lived in, overused"), e infine nella pienezza del suo passato. Rafael è un uomo che vive immerso nella natura (altro tratto romantico), che prepara buoni pranzi con i prodotti della terra, che non teme di esporre la propria apparenza, né di raccontare le proprie origini.
Tra tutte, la visione che le pagine che ho letto stamattina hanno suscitato è quella di un'inquadratura ampia, traboccante di una luce fredda, grigio-azzurra. E' l'immagine di una cucina, piuttosto spoglia, ma ampia: una credenza con le ante che qualcuno ha lasciate aperte, e che rivelano la presenza di due ciotole di terracotta; un tavolo di assi di legno lievemente sconnesse, al quale sono accostate due sedie; una lampada ad olio poggiata su un angolo del pavimento di larghe pietre. Solo pochi oggetti spiccano nell'atmosfera pervasa di inchiostro slavato, e brillano di una luce propria che li riempie del loro colore naturale. Due mele intensamente rosse sono posate sul piano della credenza, e uno straccio azzurro è stato abbandonato con noncuranza sulla spalliera di una sedia. Nelle ombre allungate dalla luminosità nuvolosa, o forse selenica, che entra dalla finestra si distingue infine un mazzo di rose color corallo, dimenticate in un vaso vuoto. Le loro teste ormai chine mantengono la regalità che è loro propria; ma i loro petali stanchi sono velati di polvere. 
Non ho ancora raggiunto la metà del romanzo e non so come la storia si evolverà: ma so che è uno di quei libri la cui bellezza non sta nella narrazione in senso stretto, ma nel percorso emotivo e stilistico. Ogni pagina è una poesia (e anche qui mi torna in mente che la poiesis è sinonimo di "creazione"), densa di moltiplicazioni interpretative. 
E' questo che rende un buon romanzo un'opera di letteratura.


4 maggio 2012

Dalla storia alla finzione

Sugli scaffali della mia libreria sono numerosi i libri che recuperano personaggi dalla realtà storica e li rendono protagonisti della finzione narrativa. Tra i migliori di questi esperimenti posso citare Strane creature (Neri Pozza) di Tracy Chevalier, che racconta le vicende delle collezioniste di fossili Mary Anning ed Elizabeth Pilpot, con un delizioso cammeo di Jane Austen; Lo scandalo della stagione (Neri Pozza) di Sophie Gee, in cui il poeta Alexander Pope assiste agli eventi che lo porteranno alla composizione dl suo The Rape of the Lock; Il circolo Dante (BUR) di Matthew Pearl, un ottimo giallo - in stile Seven - che racconta della ricezione della Divina Commedia fra i letterati americani della seconda metà dell'Ottocento. 
Un'espressione straordinaria di questo genere di narrativa è inoltre Ogni cuore umano (Neri Pozza) di William Boyd, il diario di un uomo la cui multiforme personalità viaggia nel tempo e nello spazio nei panni di volta di in volta di scrittore, dandy, seduttore, imbroglione, artista e spia. Incontra il gruppo di Bloomsbury a Londra, Joyce, Picasso ed Hemingway in Francia, e combatte al fianco di Ian Fleming durante la seconda guerra mondiale
Ci sono poi i romanzi di Stephanie Barron. Ho commentato poco tempo fa Il giardino bianco, con protagonista Virginia Woolf, e ho terminato ieri l'ennesimo episodio delle "Indagini di Jane Austen" in cui la scrittrice è impegnata a risolvere i misteri nei quali si trova casualmente coinvolta, come una Jessica Fletcher ante litteram. In questi libri il talento di Stephanie Barron, ex funzionaria dei servizi segreti americani, si esprime non solo nell'architettura delle vicende delittuose, ma anche e soprattutto nella rievocazione dell'epoca di Austen, rappresentata con  eccellente cura storica ed eccezionale dovizia di dettagli. Sono undici finora i suoi romanzi pubblicati, in Italia tutti tradotti per TEA:
Jane and the Unpleasantness at Scargrave Manor (Jane e la disgrazia di Lady Scargrave); Jane and the Man of the Cloth (Jane e il mistero del reverendo); Jane and the Wandering Eye (Jane e il segreto del medaglione); Jane and the Genius of the Place (Jane e lo spirito del male); Jane and the Stillroom Maid (Jane e l'arcano di Pensfold Hall); Jane and the Prisoner of Wool House (Jane e il prigioniero di Wool House); Jane and the Ghosts of Netley (Jane e i fantasmi di Netley); Jane and His Lordship’s Legacy; Jane and the Barque of Frailty; Jane and the Madness of Lord Byron; Jane and the Canterbury Tale. 
William Turner, The battle of Trafalgar. 
Oil on canvas, 1822-1824
National Maritime Museum, Greenwich
L'ultimo di questi che ho letto, Il prigioniero di Wool House, è una storia molto "maschile", poiché mancano i riferimenti ai balli ai ricevimenti, e in generale alla società galante che caratterizza le prime storie, ma si concentra completamente sulle vicende belliche, sulle strategie di combattimento navale, sulle miserie della prigionia e sul dolore di chi viene lasciato a casa, ad attendere le sorti delle battaglie. 
Stephanie Barron scrive un blog molto carino, che merita di essere letto come lo sono i suoi libri, e anche se con un po' di (ragionevole!) ritardo, risponde a tutti i commenti dei suoi lettori - e con molta cortesia! In uno dei post più recenti ha espresso la volontà di scegliere come protagonista di una prossima storia nientemeno che Edith Wharton. Non posso che dire che non vedo l'ora! 
P.S. Se potete consigliarmi altri libri appartenenti a questo genere, fatemi sapere! Sono davvero tra i miei preferiti...