23 aprile 2012

Giornata mondiale del libro

Oggi, Giornata Mondiale del Libro nonché compleanno di William Shakespeare, è una festa che tutti noi librofili (passatemi il termine, ma "bibliofilo" mi fa  pensare a un vecchietto in panciotto con gli occhiali sul naso...) non possiamo fare a meno di celebrare. Io festeggerò  più adeguatamente nel weekend del Salone del Libro di Torino (10-13 maggio), al quale per la prima volta e finalmente potrò partecipare! Ma questa occasione è importante per riflettere su quanto i libri siano stati e siano i più cari compagni della mia vita. Ho iniziato a leggere da piccolissima: ricordo che all'asilo che frequentavo c'era una libreria (che mi sembrava enorme, ma chissà!) che offriva una bella scelta di libretti illustrati tratti dalle favole Disney. Poi divoravo gli Almanacchi di Topolino e di Paperino, e crescendo, nei primi anni delle elementari, lessi una stupenda collana illustrata disponibile nella biblioteca civica intitolata Storie del bosco (ciascun volume era dedicato a una diversa categoria di abitanti silvestri: Gnomi, Fate, Giganti, Folletti, Draghi). Ho amato quei libri con un trasporto che mi è impossibile dimenticare.... In seguito mi appassionai, come naturale, dei libri per la (pre)adolescenza: tra tutti ricordo I ragazzi di via Pàl, Pattini d'Argento, Signorinette, Piccole donne (l'intera serie), Anna dai capelli rossi (tutta la serie). Gli anni del liceo sono stati determinati per formare uno specifico gusto letterario (allora è nata la passione per le detective stories, soprattutto di Agatha Christie: il primo suo romanzo è stato Il mondo in pericolo) ma è stata l'università ad allargare smisuratamente i miei orizzonti e a farmi conoscere gli autori che poi hanno riempito la mia libreria - primo fra tutti Henry James. Alla fine del dottorato (in letteratura inglese) ho guadagnato una notevole libertà e mi sono lasciata andare a letture meno impegnate, ma davvero intense. L'avvento dell'ebook, infine (ho comprato il mio Kindle nel novembre 2010), ha sbrigliato le mie potenzialità di lettrice, aprendomi orizzonti bellissimi da esplorare e invitandomi a iniziare, grazie alla nuova, amplissima, immediata disponibilità di libri, l'avventura di questo blog. 
E per voi, miei cari lettori, quali sono i ricordi più vividi legati ai libri e alla lettura? Raccontate!


21 aprile 2012

Il giardino bianco

Tanti giorni sono passati dall'ultimo aggiornamento di Ipsa Legit. Tanti giorni trascorsi (purtroppo) ad occuparmi di faccende lavorative e non di quelle più importanti - i libri e la scrittura. Ma negli ultimi due giorni mi sono impegnata a concludere la mia lettura in corso, Virginia Woolf e il giardino bianco di Stephanie Barron. Ho iniziato questo libro consapevole del talento dell'autrice, di cui amo molto la serie dei Jane Austen's Mysteries, con lo spirito adeguatamente immalinconito dalla ricorrenza del suicidio di Virginia Woolf (il 28 marzo) e con la giusta ispirazione data da alcuni post recenti, dedicati proprio ai giardini (Un libro, un giardino). E' stata quindi una bella lettura, fra le cui pagine ho apprezzato soprattutto la rappresentazione del giardino di Sissinghurst (ultima dimora dell'intima amica di Woolf, Vita Sackwille-West, nel Sussex) e la cura e l'intensità dei brani che il romanzo attribuisce alla stessa autrice di Mrs Dalloway. I passi del manoscritto perduto di Virginia inventati da Stephanie Barron si caratterizzano per un delicatissimo e tragico lirismo; e sono vive e quasi reali le immagini della scrittrice, con quel volto indurito dall'anoressia e la pelliccia gettata sulle spalle ossute sotto il cielo notturno seminatore di bombe. Il plot che si svolge sulla filigrana del dramma personale di Woolf è un mystery letterario ben scritto, con personaggi ben definiti e sprazzi di geografia britannica molto suggestivi. 
Devo dire con lieve sgomento che numerosi aspetti della trama mi hanno ricordato le vicende del mio La rivoluzione segreta (scaricabile in ebook su Amazon.it): una coppia di giovani - lui inglese, lei americana - attraversa l'Inghilterra alla ricerca di un manoscritto segreto che alla fine rivela il coinvolgimento di una grande scrittrice in vicende di estrema importanza politica. Non faccio che pensare che devo prendermi il tempo di tradurre la mia storia in inglese: chissà se il mercato anglosassone lo prenderebbe sul serio? 
Terminato Il giardino bianco ho intenzione di continuare con le opere di Barron, della quale sono riuscita a comprare in offerta su Amazon.it altri due ebook. Entrambi appartengono alla serie delle "Indagini di Jane Austen" in cui l'autrice in persona svolge il ruolo della detective. Un buon modo di farsi trasportare nel passato nel modo più avvincente!


9 aprile 2012

La buona società


È un po' di tempo che non aggiorno il blog, perché sono reduce (sconfitta) da una lettura faticosa. Con qualche rammarico ho infatti deciso di lasciare La buona società di Amor Towles, un libro che desideravo da tempo leggere ma che non sono riuscita a terminare. È la storia di una ragazza che cerca di farsi strada nella New York post-Depressione (gli anni della costruzione dell'Empire State Building), incontrando svariati personaggi e macinando chilometri di esperienze tra locali dove si suona il jazz, la redazione di una rivista prestigiosa, ristoranti di lusso, Bentley pagate da altri, cartoline spedite da luoghi favolosi e da vacanze altrui. La scrittura è buona, ma la narrazione molto episodica non mi pare fluire facilmente; sembra quasi di entrare in una galleria di fotografie e di soffermarsi più o meno a lungo davanti a singoli ritratti, così come accade alla protagonista all'inizio del romanzo, prima che comincino i suoi ricordi. Il libro è e ambisce ad una rappresentazione dell'epoca, e ci riesce bene: prima di abbandonarlo, però, ho colto una certa stanchezza della narrazione, come se si fosse perso di vista il traguardo finale. Mi spiace non averlo concluso, perché sono affascinata dagli anni Trenta e da quel misterioso contrasto tra un'America che si stava riavendo dalla catastrofe e un'Europa che ci stava precipitando. Forse la lettura in inglese ha richiesto più tempo del previsto e ha perso di leggerezza; riproverò tra qualche tempo, magari nella versione italiana, se riuscirò a procurarmela. Non ho intenzione di trascurare quest'opera, definita tra i migliori libri del 2011!