19 febbraio 2012

Gli ingredienti segreti dell'amore

Ancora rintanata sotto le coperte, con la sola abat-jour accesa mentre fuori la domenica si sveglia nella nebbia, ho appena chiuso Gli ingredienti segreti dell'amore di Nicolas Barreau. Ho finito questa deliziosa storia proprio poco fa, prima di accendere il computer per scrivere questo post con accanto la mia tazza di latte fumante e indosso la mia calda vestaglia color fragola. Ci sono libri di cui è meglio parlare subito, quando si è ancora intrisi della loro delicata bellezza, prima che i pensieri quotidiani o i commenti degli altri infrangano l'incantesimo e li rivelino per quello che sono: storie facili, di certo più fortunate di moltre altre. Nicolas Barreau è stato fortunato: è un autore franco-tedesco della mia stessa età, laureato in lingue e letterature romanze alla Sorbonne, che con alle spalle un passato da libraio sulla Rive Gauche ha scritto due romanzi divenuti famosi grazie al passaparola (pubblicati in tedesco: Die Frau meines Lebens e Du findest mich am Ende der Welt) ed è poi approdato ad un maggiore successo con questa piccola perla, uscita in Italia per Feltrinelli (il titolo originale è Das Lächeln der Frauen, Il sorriso delle donne). Praticamente Barreau è l'incarnazione del sogno della mia vita - anche se io mi accontenterei anche solo di lavorare in una libreria a Parigi! 
Parigi, Notre-Dame. Foto di Mara Barbuni (2010)
In questo romanzo Parigi è come lo struggente canto di un violino che accompagna lo svolgersi di un semplice intreccio; ne è quasi la voce narrante, perché il libro non sarebbe probabilmente così bello se non fosse ambientato lì. La mesta e disperata camminata della protagonista all'inizio ci dà subito un assaggio di tanto fascino: "Pochi minuti dopo passeggiavo nei giardini delle Tuileries, una piccola figura triste che attraversa lentamente il parco deserto sotto un ombrello a pois, prosegue verso il Louvre, al tramonto percorre la Rive Droite, supera l'Île de la Cité e Notre-Dame e si lascia alle spalle le luci della città che cominciano ad accendersi, finché si ferma sul piccolo pont Louis-Philippe che conduce all'Île Saint-Louis. Il cielo di un blu cupo si stendeva sopra Parigi come una stola di velluto."
Questa piccola opera di letteratura è come una scatola cinese: racconta infatti di un libro che ha salvato l'anima della giovane Aurèlie, depressa per la fine della sua storia d'amore, ma è esso stesso un libro che consola, perché contiene tutti quegli ingredienti che un romanzo dovrebbe avere per rendere una lettura tenera, dolce, bella. Alcuni lettori hanno lamentato il fatto che una casa editrice così responsabile e sobria come Feltrinelli abbia scelto di pubblicare una storia tanto pacifica e - non c'è che dire - commerciale, ma la scrittura è di alto livello, e pur imbastendo vicende da commedia hollywoodiana (dei tempi d'oro), Gli ingredienti segreti dell'amore non ha niente a che fare con la narrativa "rosa", e anzi, può diventare anche un libro indimenticabile. Chi l'ha detto che la scrittura, per essere degna d'attenzione, debba essere per forza perturbante, dolorosa, allucinante, difficile? Forse qualche critico invidioso del successo altrui, o un vecchio professore chiuso in una città senza luce e senza paesaggio....
D'altronde, la commistione tra libri e cucina che caratterizza questa storia è una miscela irresistibile: un editor, un'avvenente cuoca dagli occhi verdi e uno scrittore misterioso sullo sfondo evocano il giusto connubio di cultura e di gusto... insomma di tutto ciò che di meglio la vita ha da offrirci.