22 settembre 2012

Jane e l'arcano di Penfolds Hall

Ho già avuto modo di parlarvi (qui) della serie di libri di Stephanie Barron, editi in Italia da TEA, dedicati alle "Indagini di Jane Austen". Si tratta di romanzi gialli architettati molto bene, nei quali è la stessa Jane a giocare il ruolo della detective, impegnata a rinvenire cadaveri, scovare delinquenti e rivelare al mondo oscuri segreti politici o familiari. L'abilità della scrittrice, al di là dell'architettura narrativa, sta nella maestria con cui riesce a riprodurre del tutto fedelmente le atmosfere dell'epoca Regency, in un trionfo di feste e di nobiltà, nel turbine delle notizie dal fronte della guerra navale contro Napoleone e nell'amara consapevolezza delle miserie dell'altra parte della società inglese - la servitù, i contrabbandieri, gli indigenti senza speranza. I riferimenti alla vita vera di Jane Austen sono numerosi e attenti, conditi di citazioni prese sia dalle lettere che dai suoi romanzi. 
I libri della serie Jane Austen Mysteries pubblicati finora nel nostro Paese sono otto (ne mancano ancora tre) e fino ad oggi il mio preferito è stato il primo, La disgrazia di Lady Scargrave. Dico fino ad oggi perché L'arcano di Penfolds Hall (in originale Jane and the Stillroom Maid), che ho finito stamattina, è stata una lettura davvero avvincente, impreziosita da un ritratto sociale di una vitalità fuori dal comune.
Questo episodio ambisce (come racconta la Prefazione, in cui l'autrice sostiene di aver ritrovato dei perduti diari di Jane) a spiegare l'attaccamento di Austen nei confronti della regione settentrionale del Derbyshire: la Pemberley di Orgoglio e pregiudizio si trova appunto lassù. L'omicidio sul quale la scrittrice si trova questa volta ad indagare avviene proprio in un angolo remoto di quella campagna selvaggia, e le sue conseguenza porteranno Jane addirittura a far visita alla sontuosa Chatsworth, dimora del Duca di Devonshire. 

Un'immagine della facciata di Chatsworth House
tratta da  http://it.wikipedia.org/wiki/Chatsworth_House

Chatsworth è il luogo cui molti studiosi austeniani ritengono la scrittrice si sia ispirata per immaginare Pemberley, la dimora di Mr Darcy, ed è anche il setting del film Pride and Prejudice diretto dall'ottimo regista Joe Wright nel 2005 (e del quale stiamo aspettando Anna Karenina). Barron ne parla così: "Le pecore si sparpagliarono all'appressarsi della vettura e la splendida facciata della casa si avvicinò, con le sue masse di finestre, il frontone adorno dello stemma dei Devonshire, le colonne ornate, le cornici delle finestre in pietra scolpita, e sull'ampio tetto una parata di urne e di statue provenienti da paesi antichi. Era un'immagine di eleganza e di buon gusto tale da rivaleggiare con tutto ciò che di più bello avessi mai visto."
La locandina di
La duchessa (2008)
Anche il riferimento alla famiglia del Duca di Devonshire contribuisce a rendere ancora più evocativo questo Arcano di Penfolds Hall: nel suo diario infatti Jane racconta di essere invitata a far visita nella magione poco tempo dopo la morte della formidabile Georgiana, Duchessa di Devonshire, un vero e proprio simbolo di una  femminilità del tutto nuova che illuminò l'epoca Regency come poche altre personalità. Georgiana, dalla cui biografia è stato tratto anche un film con Keira Knightley, fu una donna straordinaria, emblema della moda, attivista politica (sostenne con tutte le sue forze il candidato Whig Charles James Fox, portatore di un messaggio di rinnovamento che non riuscì a realizzare a causa della sua morte prematura), moglie sfortunatissima ma amata dal popolo come quasi nessun'altra nobildonna della storia. La sua più illustre discendente, tanto simile a lei per tanti di questi incredibili aspetti, è stata, non a caso, Lady Diana Spencer.