8 agosto 2020

The Jane Austen Society, di Natalie Jenner

Come ormai d’abitudine, le mie estati sono anche dedicate alla costruzione di un nuovo numero di Due pollici d’avorio, la rivista della Jane Austen Society of Italy. Per la nuova uscita, prevista il prossimo ottobre, ho scritto due articoli, ho elaborato un paio di rubriche e per collaborare a uno dei pezzi che vi saranno contenuti (sul quale non posso rivelare niente, ma è una grande sorpresa!) ho letto The Jane Austen Society di Natalie Jenner, pubblicato da St. Martin’s Press lo scorso maggio. 

Questo romanzo, che non intende riportare fatti storici, racconta la nascita della prima associazione dedicata a Jane Austen e lo fa mettendo in scena otto personaggi di incredibile spessore, che si riuniscono in virtù del loro comune amore per la scrittrice; il centro della narrazione è Chawton, dove il gruppo di ammiratori intende tentare di acquistare il cottage per evitarne la caduta in rovina e onorare la vita e le opere dell’autrice. L’aspetto più allettante del libro sono, naturalmente, i continui riferimenti a Austen: ai suoi personaggi, alle sue storie, alla straordinaria eredità che ha lasciato ai posteri e al legame – per qualcuno incredibile, magari intangibile, ma nello stesso tempo indistruttibile – che i lettori sentono con lei. In particolare, gli otto membri della Jane Austen Society sono entrati in sintonia con la scrittrice e tra loro in virtù di una sofferenza intima e lacerante che tutti hanno vissuto, ma dalla quale hanno trovato, in qualche modo (e anche grazie alla letteratura), il modo di riaversi. 
Questo libro è una storia di recupero, di guarigione, di capacità di assorbire il dolore, di appropriarsene, e dunque di rialzarsi. Traduco solo uno dei passaggi che ho sottolineato, che sono davvero numerosi: “Durante la Grande Guerra, i soldati colpiti da stress post-traumatico erano stati incoraggiati a leggere in particolare Jane Austen – Kipling aveva affrontato il lutto per la perdita del figlio morto al fronte leggendo i libri di Austen ad alta voce alla sua famiglia, ogni sera – Winston Churchill li aveva usati di recente per superare la Seconda Guerra Mondiale. Adeline e il Dr. Gray avevano sempre amato la scrittura austeniana e potevano parlare per ore dei suoi personaggi; i suoi libri, oggi, alleviavano anche il loro dolore. […] Parte del conforto che ne traevano era l’eroismo della stessa Austen, che scrisse mentre era malata e disperata, guardando in faccia la propria morte precoce. Se ce l’aveva fatta lei, pensavano Adeline e il Dr. Gray, potevano farcela anche loro”. 
Adeline, il dottor Gray, Adam, Evie, Frances Knight: i personaggi del romanzo di Natalie Jenner , che decidono di fondare una società letteraria per salvare un'eredità che è patrimonio di tutti, sembrano creature reali, con le loro segrete angosce, la loro paura di vivere, il rimpianto, la difficoltà di aprirsi al mondo, la ribellione a un sistema sociale impietoso. Il magnete che li attrae verso lo stesso punto è Jane Austen, è il cottage di Chawton: e forse è soprattutto la necessità, che ci rende umani, di ritrovarci in una comunità, per affrontare così il futuro con più coraggio e più speranza.