4 febbraio 2015

Vanessa e Virginia


Nelle ultime due sere sono sprofondata nella lettura di Vanessa e Virginia (Minimum Fax 2013, trad. it. di Federica Aceto) di Susan Sellers, docente di inglese a St. Andrews e curatrice di una recente edizione delle opere di Woolf. Il libro è il racconto del legame sororale tra l’autrice Virginia Woolf e la pittrice Vanessa Bell: due ragazzine imprigionate in un legame familiare oppressivo e cresciute come donne diversissime, ma accomunate dalla sensibilità che consentì loro di produrre grande arte. Voltando pagina dopo pagina, si entra dapprima nell’oscuro labirinto psicologico della famiglia Stephen, e in seguito ci si fa strada fra le luci del circolo di Bloomsbury, mentre la Storia prende il sopravvento sulla quotidianità dei personaggi ed essi si dibattono, incessantemente, nei loro tormenti intellettuali ed emotivi. 
Vanessa Bell,
Donna che legge in un interno
La voce narrante è quella di Vanessa, che si rivolge con il “tu” alla sorella quasi come in una lettera, o in un dialogo in cui l’interlocutrice rimane distaccata, silenziosa. Di Virginia ci vengono presentati i successi, ma pare che il libro non voglia insistere sull’enorme profondità del pensiero che ha caratterizzato i suoi scritti; la sua grandezza appare a sprazzi, in flash esaltanti che ci colgono di sorpresa, ma ci restituiscono moltissimo di lei. Chi conosce la sua letteratura non mancherà di riconoscere, in questa biografia un po’ speciale, scene ispirate, o tratte del tutto vividamente, dai suoi libri (la madre che organizza la cena per ospiti importanti, l’impossibile gita al faro…). La personalità di Vanessa emerge invece in maniera omogenea: tutto il libro è immerso nel colore e nelle impressioni squisitamente figurative della vita, fino a condensarsi in pagine di vere e proprie ekphrasis. Avrei preferito che il racconto si sviluppasse al tempo passato, anziché al presente, perché il ritmo sarebbe stato più avvolgente e avrebbe consentito un maggiore indugio sulla poesia delle parole; ciononostante, il libro rimane davvero pregevole.

Per finire, consiglio di leggere la voce “Vanessa Bell” nel sito dell'Enciclopedia delle Donne: