16 settembre 2013

I colori del Romanticismo

Al terzo piano della Alte Nationalgalerie di Berlino si entra in una sala che toglie il fiato. È la raccolta di dipinti di Caspar David Friedrich, il pittore tedesco che, insieme a J.M.W. Turner, è il più intenso ritrattista della temperie romantica. Romanticismo è una parola difficile, usata spesso nel modo sbagliato (con il significato limitato più consono al concetto di "romance") e bistrattata dall'inconsapevolezza o dalla dimenticanza delle sue travolgenti ripercussioni sull'intera cultura occidentale. Guardando i quadri di Friedrich si riesce invece a sussumere, in un unico respiro, tutto il reale significato di questo movimento rivoluzionario, e a comprenderne le più diverse manifestazioni.
 
Non è solo il celeberrimo "Wanderer" (Viandante sul mare di nebbia, Kunsthalle Hamburg) a raccontare la natura spirituale e solipsistica di questo fondamentale stadio del pensiero europeo; i dipinti esposti alle Alte Nationalgalerie interpretano questa particolare forma dell'anima dell'uomo con una profondità e totalità che permettono di capire, in un istante di organica percezione, tutte le sue altre fondamentali estrinsecazioni, pur diverse per linguaggio e per origine geografica. Ammirando i personaggi scuri di Friedrich, intenti a loro volta a contemplare la luna, si comprende l'immensità di un Notturno di Chopin; le rovine dell'abbazia ghermite da neri rami spogli visualizzano il movimento gotico, la poesia ossianica e i Sepolcri di Foscolo; la montagna innevata ci ricorda le escursioni di Wordsworth sulle Alpi, e la celebrazione della giovinezza nei versi del suo Preludio. E in generale tutta la pittura di Friedrich rende così immediato capire cosa significasse il "sublime" teorizzato prima da Kant (Critica del giudizio) e poi da Burke (On the Sublime), e aiuta forse anche a entrare nell'infinito leopardiano, quello spazio che non è del mondo terreno, ma appartiene piuttosto all'interiorità. Di fronte a questi dipinti ci si immerge nell'idea della distanza, del titanismo, della solitudine, della forza dell'immaginazione e della potenza immortale della poesia.