6 gennaio 2016

Due pollici d'avorio

Cari lettori, voglio cominciare l’anno nuovo con un post dedicato a uno dei miei progetti letterari più complessi. Non ne ho mai scritto prima in questo blog, ma è passato già un anno da quando questo progetto è venuto alla luce, e mi piace tracciare qui un piccolo bilancio. 
Sto parlando di Due pollici d’avorio – la rivista letteraria quadrimestrale della Jane Austen Society of Italy (JASIT), la prima rivista italiana dedicata alla scrittrice di Steventon – di cui sono direttore. Due pollici è l’aspetto della mia partecipazione a JASIT in cui riverso la massima parte delle mie energie e di cui vado più fiera, perché nasce da un’idea che ho avuto e alimentato prima ancora che l’associazione diventasse una realtà ufficiale, perché ne ho suggerito il nome, perché amo scrivere articoli destinati alle sue pagine e perché mi tiene impegnata praticamente per tutto il corso dell’anno, con momenti più tranquilli e altri più concitati (quelli che corrispondono alle settimane immediatamente precedenti alla pubblicazione di un nuovo Numero). 
Ideare e scrivere i miei pezzi (a volte uno, a volte più di uno, in caso di emergenze; e in più gli Editoriali) è l’aspetto più rinvigorente della produzione della rivista. È qui che posso esprimermi in totale libertà, dando fiato al mio sempre vivo amore per la letteratura e facendo tesoro delle conoscenze e degli strumenti interpretativi che tanti anni di studio specifico (soprattutto quelli della Laurea per le competenze linguistiche e quelli del Dottorato per la teoria della letteratura) mi hanno consentito di raccogliere. 
La fase più articolata, sebbene molto stimolante, della preparazione di una nuova uscita è invece quella del reperimento degli altri articoli che la comporranno. Generalmente noi Soci Fondatori di JASIT scriviamo un pezzo ciascuno, ma, come i nostri lettori sanno bene, Due pollici è fatta anche dalla generosa partecipazione di autori ospiti, che preparano articoli inediti appositamente per noi. Tra loro abbiamo potuto contare finora critici, editori, professori universitari, ricercatori di letteratura e filosofia, insegnanti, collezionisti e conservatori di beni librari e studiosi austeniani anche stranieri. La gestione dei contatti con questi collaboratori è preziosa, richiede molta cura e attenzione e nella maggior parte dei casi riserva grandi gioie (l’apprezzamento che sto riscontrando di recente mi scalda il cuore). A volte ci sono stati anche momenti difficili, perché la mia principale preoccupazione è che Due pollici sia un prodotto sempre aggiornato e di alta qualità, e ho dovuto rifiutare delle proposte di articoli che non corrispondevano alla nostra linea o al nostro stile – ho dovuto in certi casi ricorrere a tutta la diplomazia di cui ero capace per risolvere degli “incidenti”…. 
Il lavoro più impegnativo dal punto di vista della concentrazione si verifica quando ho finalmente a disposizione tutti gli articoli che hanno superato la valutazione e che costituiranno ufficialmente il Numero in preparazione. A questo punto devo omologarli tutti all’aspetto finale che avranno una volta pubblicati: la preparazione della forma del testo deve essere di buona qualità se si desidera che il lettore possa godere dei suoi contenuti, che sono il punto focale. I maggiori interventi sono richiesti dalle note a piè di pagina, che a volte mancano dei riferimenti bibliografici o che hanno bisogno di un riordinamento dal punto di vista grafico (virgole, virgolette, parentesi, ivi, ibidem, numeri di pagina, richiami alle citazioni, eccetera). È una fase meccanica, ma lasciarsi sfuggire un dettaglio è fin troppo facile…. 
Il documento impaginato, con gli articoli pronti e nel loro ordine, i piè di pagina corretti e le note biografiche complete – il nuovo Numero ha ora conquistato la sua vera “anima”, fatta di parole, di fatti, di idee, di infiniti spunti di riflessione – viene spedito a Petra, responsabile della grafica dell’associazione, che usa il testo che ho preparato per creare la versione illustrata della rivista. Dopo questo stadio, con la collaborazione degli altri Soci Fondatori, si parte alla caccia dei refusi, che non mancano mai, e anzi, pare si moltiplichino nottetempo! Quando il file in formato PDF è pronto, viene spedito ai Soci e agli autori ospiti. Un paio di settimane di riposo e poi… è già tempo di pensare all’uscita successiva. 
In questi giorni sto lavorando a un Numero Speciale, il Numero 4, che sarà pubblicato il prossimo 15 febbraio e che si occuperà interamente di Emma, il quarto romanzo di Jane Austen (e il mio preferito), di cui stiamo festeggiando il Bicentenario. È un Numero importante e di alto livello e contiene anche il risultato di un’iniziativa che ho ideato e che mi ha tenuto per un po’ con il fiato sospeso, costringendomi persino ad affrontare certi malumori…. È il concorso di saggistica di JASIT, riservato ai giovani fino ai 30 anni d’età (questo limite è stato per alcuni lettori fonte di malcontento, che spero di aver saputo gestire nel modo giusto). Nella prossima uscita di Due pollici pubblicheremo i tre saggi vincitori, che sono davvero dei buoni contributi e gratificano la mia intenzione di partenza, ovvero quella di dare voce anche ai giovanissimi all’interno di un mondo arduo come quello letterario, nel quale spesso l’essere giovani è un difficile ostacolo all’espressione. 
Mi auguro davvero che Due pollici d’avorio continui a evolversi e che dia a tutti coloro che ne fanno parte (autori e pubblico) sempre maggiori soddisfazioni. Per ampliare il più possibile la visibilità di questo progetto è nata anche l’idea di stampare un volume annuale cartaceo, a disposizione di tutti, anche dei non Soci; sul sito di JASIT (fino al 31 gennaio p.v.) si stanno raccogliendo le prenotazioni per ottenerlo, a fronte di una piccola donazione all’associazione: speriamo di raggiungere il numero sufficiente di domande che ci consenta di procedere alla stampa e di arricchire gli scaffali degli italiani con un nuovo contributo di conoscenza e di passione letteraria.