5 giugno 2015

Viaggio d'arte e di letteratura

Hampton Court e il suo Rose Garden.
Foto di Mara Barbuni, 2015
Nelle ultime settimane la scrittura del blog si è presa una pausa, perché la scrittrice se n’è andata un po’ su e giù per l’Europa…. Ho trascorso un weekend in Italia parlando di Jane Austen (nel mio paese natale) e di Elizabeth Gaskell (a Bologna): entrambe belle esperienze, soprattutto per i piacevoli incontri che hanno generato; ma prima di rimpatriare ho vissuto una splendida – non ci sono altri aggettivi per definirla – settimana in Inghilterra, che, diciamocelo, è un Paese che non delude mai. 
Il viaggio è iniziato con tre giornate londinesi piene di sole e di vedute, classiche e meno tradizionali: il Big Ben e le Houses of Parliament, il Tower Bridge, i Giardini di Kensington, Covent Garden… ma anche una lunga passeggiata alla caccia di targhe blu, il ritrovamento di alcune stampe originali, dei primi del Novecento, di Arthur Rackham – illustratore di Peter Pan – in una bottega antiquaria dell’incantevole Cecil Court (che ha chiuso la porta proprio mentre avevo ancora la bocca aperta per la meraviglia!) e la visita alla residenza monarchica di Hampton Court, che vanta dei giardini indimenticabili (specialmente il Rose Garden)…. Sono seguite una domenica trascorsa tra lo Hamphire e il Berkshire – nella fattispecie, a “casa” di Jane Austen a Chawton e poi a Highclere Castle, setting (esterno) di Downton Abbey qualche ora a Southampton e due giornate intensissime sull’Isola di Wight.

Isola di Wight, Compton Beach.
Foto di Mara Barbuni, 2015
L’isola è una specie di Eden, il cui tempo è regolato dal volgere delle maree. Ci sono spiagge silenziose, che dopo ogni temporale lasciano affiorare tesori paleontologici mozzafiato; le scogliere bianche; il mare immenso, il cui orizzonte a sud-ovest non incontra la terraferma prima del Brasile; colline dolci e vegetazione folta; e poi tracce affascinantissime di vita vittoriana. Sull’isola di Wight, infatti, appena scesi dal traghetto che da Southampton ha attraversato il Solent, si trova Osborne House, la residenza della Regina Vittoria e del Principe Alberto, in cui la sovrana chiuse gli occhi per sempre nel 1901. Ma ancora più caratteristica è Farringford House, la casa di Lord Tennyson, che oggi è un albergo ma che conserva ancora lo spirito del poeta laureato sotto il manto di edera che la avvolge. Dell’isola egli scrisse:
Farringford House, residenza di
Lord Tennyson a Freshwater.
Foto di Mara Barbuni, 2015
[…] come to the Isle of Wight: 
Where, far from the noise and smoke of town 
I watch the twilight falling brown 
All round a careless-order’d garden 
Close to the ridge of a noble down… 
Farringford si trova nei pressi di Freshwater, un luogo molto suggestivo, sia per la sua bellezza geografica che per i suoi ricordi storico-letterari. Qui si riuniva infatti il cosiddetto “Freshwater Circle”, un circolo bohémien che nella seconda metà dell’Ottocento includeva artisti, scrittori, fotografi e condottieri. Ne facevano parte, oltre a Tennyson, Lewis Carroll e la sua “modella” Alice Liddell, il pittore George Frederic Watts, l’attrice Ellen Terry, i preraffaelliti William Holman Hunt, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti, Charles Darwin, Giuseppe Garibaldi, Charles Kingsley, Robert Browning, il poeta americano Longfellow, e tanti altri. È impressionante pensare che tutte queste persone si siano incontrate, abbiano chiacchierato e passeggiato insieme sulle stesse spiagge, negli stessi giardini. 
Tutti costoro avevano in comune la conoscenza con Julia Margaret Cameron, zia di Virginia Woolf e pioniera della fotografia, che introdusse nella sua epoca la moda del ritratto fotografico. Suoi sono i volti in bianco e nero, spesso venati di una struggente malinconia, che nel nostro immaginario associamo tanto facilmente all’età vittoriana. La casa di J.M. Cameron, Dimbola Lodge, è oggi un museo imperdibile: vi sono conservati ancora alcuni suoi oggetti personali, in un arredamento che ci trasporta indietro nel tempo (bellissima la carta da parati della sua camera da letto, con soggetto di William Morris…), e soprattutto i suoi straordinari ritratti, che valgono davvero la visita.

Dimbola Lodge e Julia Margaret Cameron.
Foto di Mara Barbuni, 2015
Oltretutto, in una delle stanze dedicata agli artisti contemporanei, ho trovato raccolte le fotografie di Annie Leibovitz per la mostra intitolata Pilgrimage, una sorta di viaggio visuale nei luoghi dei grandi scrittori. Cosa avrebbe potuto dare più soddisfazione ai miei occhi? Un mucchio di foglie secche sulla soglia di Virginia Woolf, immagini della Orchard House di Louisa May Alcott e della casa di Emily Dickinson…. Una vera esperienza visiva ed emotiva. E a proposito di Alcott, nella minuscola libreria antiquaria addossata alla casa-museo ho rinvenuto (a un prezzo incredibile) un’edizione del 1913 di Piccole donne, con copertina decorata in stile Art Nouveau. 
Niente di più adatto come souvenir di un viaggio senza paragoni.