28 aprile 2013

La sovrana lettrice

Ho letto un libro primaverile. Non perché parlasse di fiori, di brezza o di vacanze, ma perché è un esempio di alta letteratura reso elegante da una pacata ironia, luminosa come un pomeriggio d’aprile. E in effetti, se potete, dopo esservi procurati La sovrana lettrice di Alan Bennett, cercate anche un angolino adeguato al suo godimento: preferibilmente una veranda ombrosa per il glicine, una sedia di vimini con un buon cuscino morbido sulla schiena e una tazza di tè inglese accanto. In queste condizioni lo finirete tutto ancora prima di accorgervene. 
Il titolo originale di questo libriccino scritto dal celeberrimo autore della commedia La pazzia di re Giorgio e tradotto in italiano per Adelphi è The Uncommon Reader: un’espressione che in inglese ha valore tanto letterario quanto sociale. Il common reader è la figura del “lettore comune”, ovvero colui/colei che legge per piacere o per passione, ma senza intento critico; e il commoner è il cittadino privo di origini nobiliari (la più famosa commoner d’Inghilterra è forse, in questo momento storico, Kate Middleton).
La protagonista di questa favola moderna è dunque “non comune” sotto entrambi i punti di vista: da un lato perché si tratta della Regina Elisabetta II, dall’altro perché, quando per amore della trama narrativa, il suo personaggio “si trasforma” in lettore, le riesce quasi impossibile non affrontare i libri che incontra con spirito analitico e disputativo. La storia inizia, come si dice, in medias res: i cagnolini della sovrana, sempre pestiferi, conducono i suoi passi verso il banco di una biblioteca circolante. Lì ella scopre un piccolo mondo, incontra uno dei suoi dipendenti della cui esistenza non poteva nemmeno sospettare – Norman, addetto alle cucine che lei trasformerà in paggio – e la sua vita cambia. Dal primo libro in poi, la lettura diventa una passione totalizzante: la Regina trova noiosa qualsiasi altra occupazione, è meno rigida nella cura del proprio aspetto, diviene quasi molesta per il Primo Ministro e gli altri politici, il marito non la comprende più, i suoi attendenti iniziano a trovarla fastidiosa e imbarazzante, e qualcuno ritiene perfino che si stia ammalando di demenza senile.
La sovrana lettrice è un ritratto di tutti noi accaniti lettori, che nella società “comune” siamo sempre ritenuti un po’ strani, un po’ avvilenti, un po’ difficili da avvicinare, in definitiva un po’ matti. Ed è anche una bibliografia della letteratura inglese moderna, nonché un ritratto sociale dai toni raffinati e taglienti, con una conclusione che è un capolavoro.
Allora, avete deciso come trascorrere questa domenica pomeriggio? : )