3 settembre 2014

Ai giovanissimi che amano la letteratura

Care ragazze e cari ragazzi, ci sono cose che, per quanto amare, è bene che vengano dette e ascoltate. Penso che se qualcuno avesse spiegato a me ciò che sto per dire a voi sarebbe stato meglio. Amate la letteratura, i libri, la storia dell'arte, la storia, la filosofia... e vi piacerebbe che la vostra passione e le vostre conoscenze vi aprissero un posto di lavoro (come accade per tanti altri tipi di conoscenze)? Mi sembra normale. Magari vi piacerebbe persino diventare insegnanti, cosicché quella passione e quelle conoscenze aiutassero un giorno ragazzi come voi a crescere più consapevoli, più aperti, più tolleranti, più giusti. Oppure vi piacerebbe diventare ricercatori, per aiutare a incrementare la sapienza globale. Bene, lasciate perdere. Insegnanti non lo diventerete mai. L'avete sentito, è notizia di oggi. Con la cancellazione delle graduatorie della scuola pubblica previsto per i prossimi anni... non ci sarà più posto per voi. Se proprio avete una passione smodata per l'insegnamento potreste sperare di ottenere un posto di lavoro in una scuola paritaria, ma sappiate che molte sono inaccessibili, e in alcune - tante - non si viene pagati. Per quanto riguarda la carriera accademica, vi dico solo questo: non laureatevi (almeno per la Specialistica) in Italia. Andate altrove: Regno Unito, Germania, Scandinavia. Studiate lì, così avrete la possibilità di fare poi un dottorato che valga qualcosa per la vostra carriera, e di conseguenza un post-dottorato che vi consenta di fare esperienza non solo di ricerca ma anche di insegnamento universitario (cosa che in Italia non avviene). Altrimenti sappiate che... beh, entrare nelle case editrici è quasi un'utopia (c'è un'altissima probabilità che non vi rispondano neppure, quando manderete loro il vostro CV); lavorare nelle biblioteche è una procedura molto complessa, interna al campo della Pubblica Amministrazione, e comunque è il caso di specializzarsi in materie specifiche, come la biblioteconomia (corso di laurea che io personalmente, se avessi la vostra età, frequenterei subito); per diventare traduttori letterari... è giusto che vi dica che avete la stessa possibilità di ricevere un incarico di qualcuno che i vostri titoli non li ha, e comunque è un mestiere che solo in rari casi garantisce uno stipendio regolare (come invece sono regolari le rate della macchina, l'affitto, le bollette, etc.). Per non dire che le vostre alte qualifiche vi renderanno sempre poco appetibili nel mercato del lavoro, perché, proprio in virtù delle vostre qualifiche, si temerà sempre di dovervi pagare troppo, e si sceglierà dunque qualcun altro. Ripeto, lasciate perdere. Trovatevi un lavoro qualsiasi appena finita la scuola, o se proprio volete continuare a studiare (sicuri?), scegliete una facoltà "tecnica" (economia, business, gestione d'impresa, marketing, informatica, quello che volete, basta che siano campi dove si "fanno i soldi"), e non importa se non vi piace e se non vi sentite portati per quella materia! Non importa. Nel frattempo potrete dedicare alla letteratura, storia, arte, filosofia, musica, il vostro tempo libero. Perché, almeno in Italia, la letteratura e le altre scienze umanistiche non sono scienze (appunto), ma è roba da tempo libero. Vi consiglio quindi di restare nell'ambito degli "amatori" della letteratura, e di cercare altrove la fonte economica della sopravvivenza. Altra cosa: se intendete prendere delle certificazioni linguistiche, controllate prima quali sono accettate in Italia. Potrebbe essere, per esempio, che frequentiate un corso e sosteniate un esame di tedesco a Berlino - faccio per dire; ma in Italia non vi sarà riconosciuto, perché al Ministero non conoscono la società (che si chiama Società per la Lingua Tedesca, tanto per dire!) che l'ha organizzato.
Capisco che è triste leggere certe cose, ma sto cercando di essere onesta (visto che la nostra classe dirigente non lo è, o non ha il coraggio di parlare chiaro), e di pensare alle scelte che avrei fatto se qualcuno avesse spiegato tutto questo a me, un po' di anni fa. Considerate che, essendovi preclusa la strada dell'insegnamento (le cose stanno così, e chi sostiene il contrario mente), è proprio inutile frequentare dei corsi universitari di tipo umanistico. Serviranno solo a farvi invecchiare e guardare male dalla gente, che penserà che non fate nulla dal mattino alla sera, che avete scelto quella strada per non lavorare, etc. E non è piacevole. Se davvero credete di poter dare qualcosa di concreto alle scienze umanistiche, andate via, finché siete ancora giovani. Perché all'estero non si è giovani fino a quarant'anni. A trent'anni, all'estero, mentre in Italia ci si arrabatta alla ricerca di assegni di ricerca inesistenti o di contratti di insegnamento da fame, si è già docenti universitari. Un ultimo suggerimento, prezioso: se volete o dovete, per vari motivi, restare in Italia, vi consiglio di farvi conoscere quanto prima in qualche tipo di associazione - parrocchiale, di partito, di volontariato, di qualcosa. Ma non restate nell'ombra della vostra biblioteca, per carità. Pensateci.