20 giugno 2014

L'anima in un giardino

Nelle ultime due settimane sono andata a passeggio attraverso i profumi di due giardini letterari. 
In Memorie di un vecchio giardiniere di Reginald Arkell (tradotto da Franca Pece per Elliot - quanto mi piacciono i libri di questa casa editrice!) ho letto il romanzo di formazione di un ragazzo nato alla fine dell'età vittoriana, che dopo anni di apprendistato diventa il capogiardiniere di una dimora nobiliare. Tutti noi possiamo immaginare, chiudendo gli occhi, gli spazi aperti e verdissimi delle innumerevoli country houses sul suolo inglese; ma con questo libro possiamo proprio entrarci, per sentire lo scricchiolio dell'erba sotto i piedi e odorare le fragranze dei fiori e degli alberi. Il nostro giardiniere ci accompagna con i pensieri:
L'ipomea blu
E voi, siete tanto vecchi, o tanto in gamba, da ricordare con piacere e nostalgia i giardini di campagna del XIX secolo? La portulaca grandiflora sotto la finestra della cucina; il garofano dei poeti, così semplice d'aspetto; le grandi rose centifolia e il muschio che non aveva ancora perso il profumo; la reseda che fioriva nei terreni poveri e ghiaiosi sotto l'agrifoglio; il capelvenere che copriva, simile a un tappeto, i gradini grigi; e i mughetti.... [Quando vide nella serra] l'ipomea blu si controllò a fatica. Era un'orgia di colore sparso ovunque, come se qualcuno avesse strappato grandi pezzi di cielo mattutino. Era così blu... così blu da fare quasi male agli occhi. Le parve che il cuore le annegasse nella bellezza, riusciva a malapena a respirare.
Proprio in questi giorni, invece, sto finendo uno di quei libri che ti fanno pensare di volerli imparare a memoria, per tenerti in mente per sempre la loro bellezza. Si tratta di The Solitary Summer (tradotto da D. Guglielmino per Bollati Boringhieri) di Elizabeth von Arnim, che sta diventando proprio una delle mie autrici preferite.
Ogni nuova pagina richiede una sottolineatura quasi completa, tanto il racconto - in forma di diario - è pregno di analisi autobiografica dell'identità narrante e di associazioni tra l'anima di chi pensa e il piccolo mondo (il suo giardino) che la circonda. Non so quale citazione riportare qui, sono tutte troppo vive, ed esprimono sentimenti così universali che è impossibile fare una selezione. Mi limito a:
Ieri sera, dopo cena, mentre eravamo in giardino, dissi: "Voglio star sola per un'estate intera. Voglio esser pigra, cosicché la mia anima possa avere tempo di crescere. Trascorrerò i mesi in giardino, e nelle foreste. Osserverò le cose che accadono nel mio giardino, e capirò dove ho commesso degli errori. Sarò perpetuamente felice.
I gradini della veranda che scendono nel paradiso delle viole del pensiero sono circondati da tulipani gialli, e sul prato, dietro le rose, ecco due grandi aiuole di tulipani di ogni colore, che crescono su un tappeto di nontiscordardimé. 
Tulipani al Britzer Garten, Berlino.
Foto di Mara Barbuni (2014)
Quale benedizione è amare i libri! Tutti devono amare qualcosa, e io non conosco alcun oggetto d'amore che dia soddisfazioni autentiche e inesauribili come i libri e un giardino. 
Uscii alle tre e mezzo del mattino. Non c'erano nuvole, e a poco a poco, mentre io guardavo, il sole uscì rapido dalle segale come un'enorme palla rossa; il grigio del campo divenne giallo, e lunghe ombre si stesero sull'erba, mentre i fiori bagnati splendevano come diamanti. Ho avuto un'esperienza che non dimenticherò presto, qualcosa di molto prezioso, come se avessi colto il mondo di sorpresa, e mi fossi avvicinata alla vera anima delle cose.