28 agosto 2012

Colazione da Darcy

Della mia ultima, velocissima lettura, Colazione da Darcy di Ali McNamara, non c'è molto da dire. L'ho scelta molto ingenuamente, attratta dal titolo e dall'immagine di copertina che promettevano una storia legata a pensieri di tazze di tè, pasticcini e cioccolato. Negli ultimi tempi le case editrici sono affollate di questo genere di titoli: Un soffio di vaniglia tra le dita di Meg Donohue, Un amore di cupcake di Donna Kauffman, Cupcake Club di Roisin Meaney, Appuntamento al Cupcake Cafè di Jenny Colgan, La collezionista di ricette segrete di Allegra Goodman, Il profumo del tè e dell'amore di Fiona Neill, come se d'un tratto l'editoria si fosse accorta dell'esistenza del cibo nella vita umana. Non ho letto questi romanzi (quello di Goodman l'ho abbandonato molto presto), ma mi piacerebbe avere un vostro suggerimento. Dite che vale la pena procurarseli?
Insomma, in Colazione da Darcy (che traduce esattamente il titolo originale) non c'è traccia né di colazione, né di biscotti. Niente di niente. E' invece la storia di una giovane giornalista che riceve in eredità dalla zia un'isola al largo della costa occidentale d'Irlanda. Il trasferimento di Darcy dalle sofisticate abitudini londinesi al tenore spartano della vita a Tara (un nome poco originale, direi...), che avrebbe potuto essere raccontato con maggiore ingegno, determina un mutamento della sua personalità e dei suoi desideri, incoraggiato anche dall'aura di magia che circonda l'isola. Forse tutta la promessa suggestione si concentra proprio sullo splendido paesaggio, evocato a cornice di una storia piuttosto neutra, che tutto sommato dà l'impressione di essere stata facile da pensare e facile da scrivere. 
L'Irlanda, e in particolare quella parte d'Irlanda, è in verità un angolo di mondo che trasuda bellezza e spiritualità. 

Le isole Aran. Foto di Mara Barbuni (2005)
Una spiaggia lungo il Ring of Kerry. Foto di Mara Barbuni 
Il Connemara. Foto di Mara Barbuni

In Irlanda il vento gonfia onde d'erba lungo i campi, la torba riempie l'aria di odori fragranti, il mare rumoreggia arrotolandosi in candide creste e nebbie di perla abbracciano le pareti scabre delle scogliere. 
Il mio Claddagh Ring
E poi quei lidi rimangono indimenticabili per la loro ricca simbologia e per le loro leggende, che in Colazione da Darcy trovano uno spazio forse troppo esiguo, specie considerando che l'autrice ha trascorso dieci anni nell'isola di smeraldo... La più romantica di queste tradizioni è quella legata al Claddagh Ring, il celebre anello irlandese originario di Galway che riporta intrecciate insieme le allegorie dell'amore, della fedeltà e dell'amicizia. A seconda della mano e del verso in cui lo si indossa, il Claddagh Ring sta a significare le differenti situazioni del cuore: se sulla mano destra, con il cuore rivolto all'esterno esso ricorda che i nostri pensieri sono ancora liberi, e se rovesciato che il nostro cuore è già stato conquistato; sulla mano sinistra esso indica un impegno, fino a diventare, per alcune coppie, una vera e propria fede nuziale.
Il merito di Colazione da Darcy, insomma, è stato più che altro quello di risvegliare memorie incantevoli di un viaggio pieno di bellezza. La storia è graziosa, come dicevo, ma il suo ricordo scivola via in fretta... il tempo di un caffè.